Fugaze de Traozen

10 aprile 2020

La Pro Loco di Torcegno custodisce una tradizione pasquale che viene  tramandata di generazione in generazione.

 

Il periodo pasquale reca con sé tradizioni e usanze che ci fanno tornare alla memoria ricordi e sensazioni del passato. A Torcegno, sin dal primo dopoguerra, il Sabato Santo che precede la Pasqua è la giornata in cui vengono preparate le “fugaze de Traozen,” un rito che riporta alla memoria l’atmosfera calda e rustica di un tempo, in cui la famiglia si riuniva presto al mattino intorno al focolare domestico e seguiva il lavoro di preparazione di questo dolce: dall’impasto a mano, alla lunga lievitazione, sino all’infornata in cui veniva aggiunta una foglia di olivo benedetto.

Una tradizione carica di significato che è parte della cultura locale ma rischia di perdersi nei meandri del tempo che scorre rendendo sbiaditi i nostri ricordi. Per questo motivo, da qualche anno, i volontari della Pro Loco di Torcegno preparano le dolci fugaze per fare riscoprire questa usanza ai più anziani o farla conoscere ai più piccoli. Tradizione vuole che le fugaze traozenere vengano distribuite e mangiate dopo la preghiera del “Gloria”, quando termina il periodo di digiuno quaresimale e si festeggia la Resurrezione di Gesù Cristo; la Pro Loco le serve accompagnate da un bicchiere di vino o latte caldo al termine della Messa del Sabato Santo per augurare a tutta la popolazione una serena Pasqua.

 

Ecco la ricetta

Ingredienti:

  • 100 gr. di lievito madre
  • 1 kg di farina
  • 6 uova
  • 80 gr. di burro
  • 300 gr. di zucchero

 

Procedimento:

Unire il lievito madre a 300 grammi di farina per formare il “lievitino”, che andrà poi lasciato riposare alcune ore. Sbattere energicamente i tuorli d’uovo con lo zucchero; montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e poi amalgamare il tutto ai rimanenti 700 grammi di farina e il burro. Unire infine il lievitino ed impastare a mano per circa 30 minuti. Lasciare lievitare il composto fino a quando non avrà raddoppiato il proprio volume ed infine infornare.

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