I giovani della Valle di Cembra

Valle vocata alla viticoltura, è qui che tra i vigneti terrazzati da più di 70 anni la popolazione celebra la fine del lavoro nei campi e della vendemmia con la Festa dell’Uva di Verla di Giovo, momento di aggregazione per l’intera valle, e di richiamo per tutto il Trentino. La festa culmina con la tradizionale sfilata dei carri allegorici, un rito con cui gli abitanti, attraverso costumi e maschere, rendono omaggio all’uva e al vino.

Organizzatore della festa è la Pro Loco di Giovo, costituitasi nel 2015 al posto del precedente comitato.

 


 

Ecco l’intervista al giovane presidente Cesare Pellegrini.

 

Quale funzione svolge la vostra Pro Loco sul territorio?
 
C: Il nostro territorio innanzitutto è un territorio composto da sette frazioni, noi siamo la Pro Loco di Giovo che comprende appunto tutte le sette frazioni, per cui noi ci siamo un po’ dati la regola di creare e organizzare eventi a livello comunale insomma. Il nostro principale evento è la Festa dell’Uva, che era l’evento che gestivamo appunto come comitato e poi organizziamo qualche altro evento durante l’estate.

 


 

Che cosa rappresenta, per la valle, la Festa dell’Uva come momento identitario?
 
C: Ma sicuramente sessanta anni fa quando è iniziata la Festa dell’Uva era un evento fatto e organizzato per celebrare e ringraziare della vendemmia. Adesso è molto di più, troviamo eno-gastronomia, prodotti del territorio, cultura, sport. Pensiamo alla Marcia dell’Uva dove i visitatori possono ammirare i nostri magnifici paesaggi terrazzati, comunque è sempre rimasta il centro, come momento “clou”, la Sfilata dei carri allegorici, che è il momento più importante all’interno della nostra festa. La Sfilata dei carri con i gruppi allestitori tutti giovanissimi crea turismo. Ci sono parecchie persone che vengono dal nord Italia ma anche dal sud Italia e anche dall’estero per poter partecipare alla marcia dell’uva e poi ammirare la sfilata dei carri.

 


 

Ma non è soltanto questo, i carri allegorici vengono infatti creati e realizzati proprio dai giovani e dai giovanissimi. Quindi la sfilata è anche un momento di aggregazione sociale per i giovani del posto?
 
C: Esattamente, ha un valore molto importante dal punto di vista sociale. Basti pensare alla partecipazione di gruppi con ragazzi sotto ai 18 anni, che si ritrovano per 3/4 mesi a pensare e realizzare il carro, chi più chi meno. Dai vestiti, dalla costruzione, dalle coreografie. è un evento che sentono tantissimo. La Festa dell’Uva è un evento, un momento magico, ha questa infatuazione anche sui giovani che in questo periodo è molto difficile coinvolgere e la vivono molto impegnati. Cercano di fare appunto, cercare attinenze con il significato dell’uva sempre più nuove, sempre più originali.

 


 

Per i giovani la realizzazione del carro e la partecipazione alla sfilata è anche un modo per entrare in società, una sorta di rito di iniziazione…
 
C: Esatto, abbiamo fatto un libro dove abbiamo proprio analizzato il valore che ha una manifestazione di questo tipo che coinvolge prevalentemente persone che non fanno volontariato e poi analizza anche questa storia dei carri, il valore che ha la sfilata dei carri nella società, come un po’ iniziazione della società. C’è proprio questo passaggio dove si inizia da bambini salendo sul carro come comparsa, poi magari si collabora un po’ di più con un gruppo di amici, fino a poi con il crescere dell’età si crea proprio il proprio gruppo con i propri amici che si pensa e si realizza il carro da zero.

 

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