Se i sei personaggi non sono in cerca di autore

A pè ta Mont val di Fassa
01 agosto 2019

La scorsa domenica, si è tenuta nella bellissima piana di Fuciade (Val di Fassa) la festa A pé ta Mont.  A parte la temperatura, gli altri ingredienti classici di una festa di fine estate c’erano tutti: gli stand enogastronomici, le tipiche baite in legno addobbate, la musica, le attività per i bambini. E la gente, davvero tanta, che copriva con i plaid i prati e affollava i tavoli degli stand.  Ovviamente non poteva mancare la parte folkloristica e tradizionale: tra i tanti partecipanti vestiti con i costumi tipici (più o meno) della valle, c’era chi falciava i prati e raccoglieva l’erba con gli attrezzi di una volta, chi insegnava a fare il formaggio, chi scolpiva e chi spiegava le erbe di montagna.  Insomma, sia per il turista che vede per la prima volta una “festa ladina”, sia per i locali, affezzionati alla ricorrenza di recarsi a fine estate a festeggiare sull’alpeggio, un evento come A pé ta Mont si conferma un appuntamento attraente e spesso irrinunciabile.  Viene da chiedersi quindi quali siano i fattori che determinano il successo di questa festa, come di molte altre simili; o forse, facendo un passo indietro, ci possiamo almeno chiedere se è possibile o meno rintracciarli.


A capo dell’organizzazione dell’evento c’è la Pro Loco di Soraga (l’unica Pro Loco della val di Fassa), che si affianca alle associazioni del paese partecipanti: alpini, albergatori, giovani e sportivi.  Ogni associazione gestisce autonomamente il proprio spazio, sia nella scelta dei piatti che della parte musicale e di intrattenimento. Non si ravvisa una regia che unisce le diverse proposte (che infatti talvolta si sovrappongono nei menù) e l’insieme dà un’idea di eterogeneità.  Eterogeneità nei contenuti, ma non nel significato generale dell’evento, che è universalmente condiviso e costituisce quello che unisce questi tasselli.  Il filo rosso non esplicitato si può infatti ravvisare nella voglia, condivisa da tutta la popolazione locale, di mantere viva una tradizione molto sentita: quasi tutto il paese di Soraga si impegna infatti nella manifestazione, che attiva anche persone solitamente non coinvolte nel volontariato locale, o che si sono trasferite in paesi vicini ma che tornano per questa festa a lavorare per il paese.


Cercando di rintracciare i fattori del successo della manifestazione, sicuramente qui troviamo l’abbondanza di risorse, sia umane che naturali (la piana del Fuciade è uno dei paesaggi più noti del Trentino). C’è poi il legame della popolazione con questa ricorrenza, e quindi il fatto che l’evento sia nato “dal basso” e non “dall’alto”, non proposto o organizzato dall’ente pubblico o turistico. E questo sembra sopperire alla mancanza di una organizzazione generale, che qui fornisce comunque i servizi di base come il bus navetta, la comunicazione, la sicurezza. Ma non entra nel merito delle scelte dei singoli gruppi partecipanti.  E anzi, se una volontà superiore ci fosse, e imponesse qualcosa di diverso alle associazioni, probabilmente l’energia e l’autentica dedizione che la rendono oggi una grande festa di successo svanirebbero. Come a dire che, nel caso delle di alcune manifestazioni, non sempre un “autore” che dirige i sei personaggi pirandelliani è quello che ci vuole…
(Oriana Bosco)

 

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