Dalla motivazione alla governance per riflettere sul mondo delle Pro Loco trentine

14 luglio 2022

Il percorso Dalla motivazione alla governance si è svolto tra aprile e maggio 2022 interessando tre aree del Trentino: Val di Non (Tuenno), Giudicarie (Tione), Valle dell’Adige (Trento). Si è trattato di un laboratorio dove sono stati proposti temi importanti, lanciando nuove sfide ai direttivi Pro Loco. L’invito a partecipare era aperto ad un numero limitato di membri, fino ad un massimo di due partecipanti per Pro Loco. Come suggerisce il titolo, siamo partiti dal tema della motivazione fino ad arrivare ai modelli di governance.

 

Perché i Direttivi?

Lo scopo del corso era dare degli stimoli iniziali e degli input toccando i temi ricorrenti che spesso emergono e costituiscono delle sfide nella realtà quotidiana delle Pro Loco. In particolare volevamo approfondire le dinamiche legate all’amministrazione e alla governance, analizzare le diverse modalità operative delle Pro Loco e ragionare assieme ai formatori sui modi più efficaci di costruire e gestire un gruppo. L’obiettivo era fornire nuovi strumenti per cogliere le sfide del mondo attuale e per mettersi in gioco.

 

I temi

Siamo partiti da una dimensione più introspettiva e individuale legata alla motivazione, dando risposta alla domanda perché nel mio tempo libero vado in Pro Loco?, per arrivare ad una motivazione più generale: perché le persone scelgono di fare Pro Loco?

 

Motivazione

Spesso le Pro Loco non si soffermano sul "perché". La motivazione è data per scontata ma abbiamo osservato che porsi delle domande, anche molto semplici, su questi temi permette di fare chiarezza sulle dinamiche del volontariato. Il confronto onesto tra le intenzioni, i sogni e i desideri è fondamentale all’interno dei gruppi perché i direttivi sono anche magazzini di idee e aspettative e non devono porre limiti alla loro fantasia. Questo non vuol dire che bisogna solo fantasticare, dato che i conti con la realtà sono inevitabili, ma dare voce ai propri desideri è quello che alimenta il rinnovarsi delle proposte.

Ragionare sui significati, sia concettuali che emotivi, su sensazioni e obiettivi porta a costruire il senso delle azioni. Spesso le Pro Loco si fanno guidare dall'esperienza, supportate dal fatto che un determinato modus operandi ha avuto successo in passato. Purtroppo nel lungo termine abbiamo osservato che, smettendo di interrogarsi, le persone perdono il senso del loro fare. Questo può portare all’abbandono o allo snaturamento dell’oggetto. Pensiamo a quegli eventi che magari anche solo pochi anni fa avevano un grande successo e ora non vengono più nemmeno organizzati. La comunità cambia, così come le persone che ne fanno parte, per questo non bisogna smettere di mantenere vivo il pensiero su ciò che si mette in campo.

Sono stati toccati temi importanti, interconnessi tra loro: saper dare un senso significa anche riuscire a motivare tutti verso un obiettivo comune, senza comunque trascurare le tendenze individuali. Le particolarità di ognuno possono essere infatti una ricchezza in un gruppo che riesce a valorizzare le capacità e le competenze.

 

Ruoli

Strettamente collegato alla motivazione è il tema dei ruoli: definire il proprio ruolo è necessario ed è emerso come uno dei temi più salienti e sentiti. 

Divisione dei ruoli non vuol dire necessariamente gerarchia ma organizzazione e definizione dei compiti e delle aspettative dei volontari. E’ vero che i volontari sono tutti sullo stesso piano ma delle distinzioni sono necessarie: bisogna prendere atto che esistono volontari con ruoli più operativi ed estemporanei mentre altri hanno ruoli più concettuali e organizzativi. Questi non sono su livelli diversi, il volontario che partecipa a un evento come supporto è importante tanto quanto il Presidente o il Consigliere. Le differenze tra i due sono le responsabilità e le mansioni. La divisione dei compiti e il riconoscimento dei ruoli è fondamentale per un’organizzazione agile e ben distribuita. Questo permette di organizzare al meglio le risorse e sapere cosa aspettarsi da ognuno, senza metterlo continuamente in discussione. Questo si stabilisce nello step precedente: ovvero in primis il volontario deve interrogarsi sul tipo di partecipazione con cui vuole agire e quali sono le motivazioni che lo spingono a fare tutto ciò. Spesso i Direttivi si sentono obbligati a ricoprire necessariamente anche dei ruoli operativi, ma deve essere chiaro che la Pro Loco non è composta solo dai membri del direttivo ma da tutti i soci, che possono essere coinvolti nella misura in cui scelgono di mettersi a disposizione.

 

Partecipare

Preso atto di questo si può iniziare a parlare di partecipazione: se “pro loco” significa a favore del luogo, ci si occupa di animazione turistica alla pari della promozione sociale. Erano tutte diverse le modalità operative che hanno raccontato le Pro Loco partecipanti al corso, eppure il destinatario delle loro azioni è sempre la comunità. Ognuno trova la propria visione e la propria motivazione. Partecipare può significare chiedersi quali possono essere gli obiettivi della comunità come anche contribuire di persona all’organizzazione o essere semplice spettatore. La partecipazione si traduce in modalità diverse e molteplici.

 

Gestire le relazioni e comunicare in modo efficace

Va considerato che partecipazione non vuol dire necessariamente assoggettare la propria esistenza all’associazione ma dedicarvisi nella misura dei propri desideri e aspettative. Per chi sceglie di far parte del comitato direttivo si tratta di assumersi un impegno più organizzativo, che implica lo sviluppo di alcune capacità. Organizzare significa non solo predisporre il necessario per raggiungere un fine ma anche definirne le modalità.

La Pro Loco è composta da persone e quindi alla base si deve imparare a gestire le relazioni e valorizzare le risorse umane. Imparare a svolgere una comunicazione efficace, basata sull’ascolto e la comprensione, è il primo passo per iniziare. 

 

Leadership

Tutti gli aspetti finora discussi ci permettono di creare una buona leadership. Un leader non si limita ad essere un personaggio carismatico ma la leadership può essere condivisa da un gruppo e non è necessariamente una caratteristica individuale. Una leadership efficace riesce a manifestare i propri obiettivi, creando un senso comune nel gruppo e attraverso il buon esercizio delle modalità finora ricordate riesce a motivare sia chi fa parte del gruppo sia chi ne è all’esterno.

 

I metodi

Entrambe le modalità sono state laboratoriali e hanno incentivato il coinvolgimento dei partecipanti, utilizzando pratiche differenti. Abbiamo scelto di sperimentare due diverse modalità che trattassero le stesse tematiche, seppur con stimoli simili, per attivare nuove dinamiche di confronto.

I percorsi tenutisi nelle Giudicarie e in Val di Non sono stati curati da Flavio Antolini, che ha utilizzato più un metodo induttivo, con molti esempi e racconti, spesso attraverso storytelling e laboratori individuali e di gruppo.

Invece Francesca Felicetti e Gian Paolo Barison, docenti del percorso di Trento, hanno proposto un approccio pratico-filosofico. Peculiarità degli incontri con Gian Paolo Barison è stata l’applicazione della metodologia del Lego serius play, un laboratorio pratico che utilizza i lego come strumento/veicolo per dare forma ai propri pensieri.

 

Osservazioni conclusive

I gruppi che si sono formati hanno dimostrato costanza e una buona partecipazione. Il 95% dei partecipanti consiglierebbe il percorso ad altri. Dai questionari di gradimento risulta che la maggioranza dei partecipanti è pienamente soddisfatta e ha trovato nuovi stimoli e spunti di riflessione da portare nelle proprie Pro Loco. 

L’esigenza di raccontarsi e condividere le esperienze è emersa come un bisogno ma anche come opportunità per i gruppi: il percorso ha messo a confronto Pro Loco appartenenti a realtà diverse e anche con obiettivi e motivazioni differenti. Quest’azione ha aiutato a far risaltare quelli che costituiscono i cardini e le fondamenta del volontariato Pro Loco.

I contenuti sono stati spunti di riflessione alla quale non è immediato dare un risvolto pratico ma crediamo che lo sviluppo di buone prassi richieda tempo, prove ed errori, miglioramento continuo.

Come ha detto un partecipante del corso “Se alla fine di ogni lezione mi sarò portato a casa anche solo una parola, io sarò contento”. 

Importante è avere consapevolezza che in un mondo soggetto al cambiamento continuo occorre avere a disposizione sempre più strumenti non solo per leggere la realtà e il proprio contesto ma anche per interpretare le dinamiche dentro e fuori di noi, legate alla relazione e allo stare insieme, che caratterizzano non solo le Pro loco ma il vivere in società. E’ infatti provato che fare esperienza in organizzazioni Pro Loco è un buon esercizio per imparare le dinamiche della vita pubblica

Per questo Federazione si mette a disposizione per ampliare le “cassette degli attrezzi” delle associate, proponendo percorsi di sviluppo e crescita nella logica della buona governance.

 

Nuove edizioni del percorso

Se questo articolo ti ha incuriosito ti aspettiamo alla prossima edizione.

Si prevede di organizzare a novembre una nuova edizione del percorso a Borgo Valsugana, con i docenti Francesca Felicetti e Gian Paolo Barison. A breve sarà disponibile  il calendario sul nostro sito, con possibilità di iscrizione a partire da agosto.

 

Per info: Chiara Dallapé - giudicarie@unplitrentino.it

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