La riforma del Terzo Settore e il volontariato

15 May 2025

 

La riforma del Terzo Settore e il volontariato

 

 

di Ivo Povinelli

 

Ma davvero con la riforma del Terzo Settore il volontariato scomparirà? Non credo… almeno con le Pro Loco non è successo, anzi…

 

E’ vero. Tutti gli anni bisogna inviare il verbale di assemblea e il relativo bilancio al RUNTS, ma sono documenti che bisogna comunque avere, si sarebbero sempre dovuti avere, si tratta solo di caricarli online.

 

E’ vero. Bisogna fare il bilancio seguendo i criteri del 3° settore ma forse è giusto tassare poco chi fa nell’interesse della comunità e tassare correttamente chi usa il mondo del no-profit solo per sfuggire alla tassazione. Per fare questo tuttavia è necessario mostrarsi, altrimenti come potrebbero saperlo le organizzazioni statali?

 

E’ vero. Quando si cambiano le cariche bisogna comunicarlo al RUNTS, perchè per il principio della trasparenza bisogna sapere chi è il legale rappresentante di un soggetto di interesse generale. Bene sarebbe se i sistemi informativi dell’ Agenzia delle entrate e del RUNTS dialogassero in modo da condividere queste informazioni e in modo che un’associazione non sia costretta a comunicare 2 volte la stessa cosa all’amministrazione pubblica, che è anche contro il principio della semplificazione.

 

Non è vero. Il volontariato non morirà sotto il peso della burocrazia. Condivido il fatto che gli adempimenti siano tanti e laboriosi ma non ho mai visto nessuno a terra dissanguato trafitto da una SCIA o colpito a morte da un modello rosso. Ho visto persone sfogarsi e dare la colpa di tutto alla burocrazia, come si faceva con il capro espiatorio, prassi millenaria durante la quale si prendeva un capro, gli si addossavano tutte le colpe dei mali del mondo e poi lo si gettava da una rupe un po’ per nascondere delle responsabilità un po’ per fare finta di non che non ci si possa fare niente.

 

Il codice del terzo settore ha normato e tracciato i confini di un mondo che prima era piuttosto variegato e a tratti indecifrabile. Ha sancito la differenza tra le attività che sono di interesse della comunità, generale, pubblico e quelle che invece sono di natura privata. Ha tentato di mettere un po’ di ordine dove non ce n’era.

E’ chiaro che le regole limitano le possibilità di espressione individuale ma forse questo non è proprio sempre un male… è parte del fatto che siamo esseri collettivi e del fatto che per vivere insieme un accordo minimo di base ci vuole.

 

 

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