4 domande ai nuovi consiglieri: Claudia Lenarduzzi
4 domande ai nuovi consiglieri: Claudia Lenarduzzi
Claudia Lenarduzzi è al suo secondo mandato come Consigliera di Federazione.
Alzare l'asticella è tra i suoi obiettivi per i prossimi 4 anni, facendo diventare i volontari delle Pro Loco sempre più consapevoli del grandissimo valore di quello che fanno per le loro comunità.
Raccontaci qualcosa di te.
Mi chiamo Claudia Lenarduzzi. Mi sono trasferita (quasi 30) anni fa dal Piemonte in Trentino per frequentare la Facoltà di Sociologia. Vi sono poi rimasta per costruirvi la mia famiglia. Da diversi anni vivo ad Aldeno e lavoro in un’azienda che si occupa di cyber security.
Consolidare o alzare l'asticella? In questo mandato ti piacerebbe prenderti il tempo per lasciar sedimentare quello che avete iniziato nei 4 anni precedenti o vorresti proporre cose nuove?
Ovviamente entrambe.
4 anni fa sono diventata Consigliera della Federazione Trentina delle Pro Loco con il desiderio di offrire il mio contributo per attivare un processo di crescita delle Pro Loco e mi piacerebbe continuare a farlo.
Invece, durante il mandato appena iniziato la volontà di alzare l’asticella è fortissima. Mi piacerebbe, soprattutto, che i volontari diventassero consapevoli del valore del loro ruolo: si prendono cura con generosità delle comunità, le mantengono vive e vivibili, sia per chi le abita che per chi le visita, soprattutto dal punto di vista della qualità della vita.
Spesso però non si è consapevoli del proprio valore finché non viene riconosciuto. E quello che donano i volontari delle Pro Loco è prezioso e va apprezzato come tale.
Sei stata eletta Consigliere UNPLI nazionale. Cosa vorresti che portasse questa nuova sfida?
E’ con lo spirito di riuscire a rendere i volontari sempre più consapevoli del loro valore che vorrei rappresentare le Pro Loco trentine a livello nazionale, rivestendo un ruolo di facilitatrice nella comunicazione e nello scambio di buone prassi tra le due realtà.
Perché ritengo che, come in ogni relazione umana, l’ottica debba essere quella della reciprocità, al fine di consentire una crescita condivisa.