Pro Loco: una fotografia e qualche spunto

04 aprile 2025

 Pro Loco: una fotografia e qualche spunto

 

di Ivo Povinelli

 

 

Grazie all’indagine che UNPLI ha commissionato al CENSIS, di cui è stato recentemente pubblicato il rapporto, per la prima volta abbiamo una misura del fenomeno delle Pro Loco rappresentativa a livello nazionale: ne coglieremo gli spunti essenziali.

 

Lontananza dai grandi centri urbani e bassa densità abitativa sembrano costituire l’habitat preferito dalle Pro Loco che si sperimentano come soggetti culturali in senso ampio diventando punti di riferimento del territorio. Prevedibile che le Pro Loco perdano la sfida con l’ambiente urbano che, con il suo brulicare, rende sostenibile un ventaglio di attività ben più articolato e diversificato di quelle che si possono proporre in un paese.

La nostra provincia si colloca al 5° posto per densità, ovvero per numero di Pro Loco in rapporto agli abitanti, con 39 Pro Loco ogni 100.000 residenti, dietro a Cuneo e davanti ad Aosta… che conti il fattore montagna per le Pro Loco? Sarà un caso che siano nate proprio lì? Non credo…

 

Anche la parte di indagine sulla conoscenza delle Pro Loco rivela lo stesso trend, ovvero che chi vive in ambiente urbano sente parlare meno di Pro Loco di chi risiede nei piccoli comuni. Interessante la riconferma della sagra come cavallo di battaglia di questo mondo, infatti il 76 % della popolazione italiana la riconosce come attività tipica della Pro Loco. A seguire la custodia del patrimonio storico e culturale e la promozione dei prodotti secondo il 56% circa degli intervistati.

 

Quante persone collaborano con le Pro Loco? Dipende ancora dalla grandezza della comunità. Nei comuni con meno di 10.000 abitanti almeno il 17% degli intervistati ha svolto attività di volontariato in Pro Loco, con percentuali inferiori mano a mano che cresce la popolazione.

E i volontari quanti anni hanno? Non ci stupisce nemmeno che siano i giovani fino ai 35 anni a vincere la coppa dei volontari facendo segnare la percentuale più alta, nella rispettiva fascia di popolazione, a prendere parte alle attività con un bel 15,2%.

 

Il rapporto abbozza un ritratto interessante che sollecita subito alcune riflessioni.

 

Solo il 3% della popolazione non ha alcuna idea delle attività delle Pro Loco… a fronte di un 14,5% che dichiara di non conoscere affatto queste associazioni. Significa che esiste un decantato culturale dell’idea di Pro Loco, fatto tuttavia di stereotipi che forse non descrivono sempre correttamente queste realtà.

 

I giovani fino ai 34 anni si dichiarano interessati a prendere contatto con una Pro Loco nel 18,2 % dei casi, battuti solo dai 35-44 enni che lo sono nel 27% dei casi: cogliere la palla al balzo e far sapere a questo target che cosa fanno realmente le Pro Loco potrebbe trasformare le loro intenzioni in un comportamento effettivo: occasione da non perdere ma è necessario svelare cosa si nasconde dietro una sagra in termini di valori e significati, perché le persone oggi vogliono esperienze di senso e significato e dobbiamo fargli sapere che in Pro Loco puoi contribuire al benessere della tua comunità. 

 

L'auspicio è che si lavori dunque alla decostruzione e alla ricostruzione continua dell’immaginario delle Pro Loco, trasformando vecchi stereotipi in occasioni di apertura che aprano spazio alla partecipazione di nuovi volontari, in modo che l’idea di Pro Loco trovi sempre nuovi pensieri che la alimentano.

 

Fondamentale anche strutturare un panel, ovvero che queste rilevazioni vengano ripetute a cadenza regolare per verificare l’andamento delle variabili considerate, perché solo così sarebbe possibile calibrare azioni altrimenti complicate da valutare in termini di efficacia.

 

Gli obiettivi di agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile potrebbero misurare l’efficacia delle azioni delle Pro Loco in molti ambiti… l’occasione è ghiotta, sarebbe un peccato sprecarla! 

 

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