I grostoli: il dolce carnevalesco che unisce l'Italia

05 febbraio 2021

 

Chiacchiere, frappe, bugie, cenci, grostoli: ciascuna regione d’Italia li chiama in un modo diverso, ma la sostanza è più o meno la stessa! Questo dolce fritto unisce le tavole delle città italiane, creando un punto d’incontro fra cucine anche molto particolari e diverse fra loro.

 

 

Da dove deriva questa tradizione culinaria?

La loro tradizione risale all’antica Roma, quando si celebravano i Saturnali, festività dedicate al dio Saturno, proprio nel periodo corrispondente al nostro Carnevale. Durante questo periodo, venivano allestiti banchetti ricchi di cibo, fra cui le frictilia, dei dolci fritti nello strutto.

 

 

 

Anche in Trentino, a Carnevale in ogni casa si trova un bel vassoio di grostoli. Ma come li cuciniamo nelle nostre valli? La ricetta ce la svela il cuoco della Pro Loco di Cimone, Mauro Larentis, che da anni si occupa di preparare e cucinare i piatti più variegati per le sagre del paese e le serate a tema. Dagli antipasti ai dolci, tutto è cucinato con grande passione. L'ingrediente segreto per grostoli perfetti? "La grappa trentina, che sprigiona un aroma molto particolare e rende il grostolo più colorito".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Procedimento:

 

- Setacciare la farina e mescolarla assieme al lievito;

- Aggiungere le uova, il burro fuso e la grappa diluita nel latte e un pizzico di sale;

- Impastare il tutto e formare una bella palla di pasta liscia;

- Lasciarla riposare un quarto d’ora;

- Stendere l’impasto fino a farlo diventare una sfoglia sottile;

- Ritagliare poi dei rombi e fare due taglietti nel senso della lunghezza;

- Mettere l’olio per friggere in una padella capiente e inserirne pochi alla volta, perché tendono a bruciarsi facilmente;

- Quando sono pronti, cospargerli di zucchero a velo.

 

 

                          

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