Il senso del collettivo come antidoto all'indifferenza
L'antisemitismo nazifascista ci lascia una lezione su quanto sia fondamentale avere cura dell'altro e degli interessi collettivi della nostra società.
di Ivo Povinelli
La Giornata della Memoria, come ogni anno, porta sollecitazioni molto forti ai nostri pensieri.
Una in particolare sembra essere fortemente connessa allo spirito del fare Pro Loco ed è quella che prende il via dalle riflessioni che Hannah Arendt fece sulla “banalità del male”. In estrema sintesi la Arendt, seguendo il processo ad un gerarca nazista, osservava come questo non si potesse ritenere una mente tanto diversa da quella di un uomo comune; Eichmann avrebbe agito in maniera totalmente superficiale il proprio percorso professionale nella burocrazia tedesca, in maniera ordinaria, e proprio la superficialità e il distacco che dimostrò avrebbero permesso a quest’uomo di fare ciò che aveva fatto.
Cosa centra questo con le Pro Loco? Noi abbiamo notato che le persone che stanno nella Pro Loco percepiscono il “cum-munus” con entrambe le sue accezioni: nel senso del “dono” e nel senso del “dovere” verso ciò che ci riguarda tutti insieme, nei termini della condivisione e dell’assunzione di responsabilità collettive. Questa spinta ad agire e pensare insieme, che mette in relazione diretta le persone sui possibili destini della loro collettività, sta alla radice del fare Pro Loco.
Non sembra molto rispetto al dramma che ci ricorda la giornata della memoria, ma il senso del collettivo e il contatto diretto che attraversano l’azione delle Pro Loco salva le persone dalla banalità di una vita dove l’altro o non è considerato o è solo uno strumento i nostri fini.