La cultura come fattore di sviluppo per le Pro Loco trentine

28 aprile 2022

Ogni tanto fa bene riflettere su sé stessi e sulle motivazioni che ci spingono a fare quello che facciamo.

 

Queste considerazioni rappresentano uno dei punti di partenza del progetto di ricerca promosso tra 2020 e 2021 dalla Federazione trentina delle Pro Loco, che aveva l’obiettivo di indagare le motivazioni alla base dell’agire delle Pro Loco, approfondendo anche alcuni aspetti più legati alla gestione e al governo di queste associazioni. 

 

Il lavoro è stato condotto dal Consiglio e dallo Staff della Federazione trentina delle Pro Loco, con la direzione scientifica di Roberta Raffaetà.

 

La discussione si è concentrata su tre aree nodali: gli effetti dei finanziamenti pubblici sul volontariato, il ruolo di mediatore culturale delle Pro Loco nei confronti delle comunità in cui operano e la sollecitazione di processi riflessivi come modalità di attivazione di un processo politico. Tutto ciò con l’intento di portare alla luce quali possibilità risiedono dentro un particolare ruolo che le Pro Loco possono prendersi nei confronti del proprio spazio di vita.

 

La raccolta e la rielaborazione dei dati ha seguito un percorso di ricerca costruito su vari livelli e basato su strumenti operativi diversi: somministrazione di un questionario alle Pro Loco, incontri di approfondimento con un campione ristretto delle stesse, analisi del contesto di azione di tre Pro Loco provenienti da ambiti diversi (urbano, suburbano e rurale). L’intervento si è sostanziato successivamente nella creazione di un gruppo di lavoro che nell’estate 2021 ha frequentato un percorso formativo sulla cultura vista in chiave antropologica.

 

Ma cosa è emerso da questa ricerca?

 

Ecco alcune considerazioni che ci sembrano particolarmente significative da condividere.

 

A livello nazionale il ruolo delle Pro Loco è da sempre legato al mondo del turismo e anche la legislazione provinciale fino al 2000 ha attribuito loro per lo più competenze nella promozione turistica. Tra il 2000 e il 2019 però le Pro Loco hanno perso progressivamente alcune competenze nella promozione, mantenendo quelle più strettamente legate all’animazione; contemporaneamente la riforma del Terzo settore le riconosce come associazioni di promozione sociale che operano nell’interesse generale della comunità favorendo momenti di aggregazione e socialità. 

Le Pro Loco si trovano a operare a un livello intermedio tra le persone e le istituzioni, prima fra tutte l’amministrazione comunale, muovendosi all’interno di un contesto principalmente di paese. Esercitano un insieme di azioni tese a costruire integrazione e collaborazione in questi piccoli ambiti territoriali. Svolgono un ruolo di altissimo valore culturale, promuovendo la socialità nei paesi con le loro attività, prendendosi cura del proprio territorio e recuperandone usanze e tradizioni, che rafforzano il senso di comunità.

 

Infine l’evoluzione del turismo, fatto di molte nicchie tra le quali gli amanti della tranquillità, della vita rurale e di paese, apre la possibilità per le Pro Loco di integrare le proprie attività culturali e d’intrattenimento in un’offerta turistica attenta alla qualità della vita, senza che lo sfruttamento del territorio debba compromettere la possibilità di continuare a viverci.

 

L’articolo è contenuto in L. Bindi 2022, Bio-cultural Heritage and Communities of Practice. Participatory Processes in Territorial Development as a Multidisciplinary Fieldwork, Perspectives on rural development, Università del Salento, pp. 233-252, pubblicato sul sito ESE - Salento University Publishing al link http://siba-ese.unisalento.it/index.php/prd/issue/current

L’articolo completo potete scaricarlo direttamente qui

 

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