Le esperienze di volontariato anticipano quelle in politica?

Le esperienze di volontariato anticipano quelle in politica?
Lo strano caso dei Presidenti di Pro Loco e della loro particolare modalità di esercizio del potere
di Ivo Povinelli
E’ noto che un gran numero di consiglieri comunali, in Trentino, proviene dalle schiere del volontariato, e che metà dei sindaci sono stati Presidenti di Pro Loco. Come succede ad ogni tornata di elezioni comunali molti volontari delle Pro Loco e delle altre associazioni sono stati chiamati a far parte delle liste concorrenti. Sorge una riflessione su quale sia il percorso più adeguato per formare i nostri futuri amministratori alla gestione della cosa pubblica oggi che la politica non sembra fare grandi investimenti sulle generazioni future.
Graeber e Wengrow, nel loro “L’alba di tutto” ci fanno l’esempio di come in alcune antiche popolazioni del Centro America esistesse una procedura del tutto particolare per la selezione dei futuri governanti.
“Coloro che aspiravano ad un ruolo nel consiglio di Tlaxcala, lungi dal dover dimostrare di avere un carisma personale o la capacità di eclissare i rivali, lo facevano in uno spirito di autocritica, se non addirittura di vergogna. Dovevano sottomettersi agli abitanti della città. Per essere certi che questa subordinazione non fosse una semplice facciata, ciascuno veniva sottoposto a una serie di prove, iniziando dall’esposizione obbligatoria alla pubblica gogna, considerata la giusta ricompensa per l’ambizione, e poi - quando aveva l’ego a pezzi - a un lungo periodo di isolamento, durante il quale l’aspirante politico subiva digiuni, privazione del sonno, salassi e un severo regime di istruzione morale. L’iniziativa finiva con il “debutto” del nuovo funzionario pubblico, tra banchetti e festeggiamenti. Detenere una carica in questa democrazia indigena richiedeva tratti di personalità molto diversi da quelli che diamo per scontati nella politica elettorale moderna.”
Sarà… ma le torture corporali richiamano quello che alcuni presidenti di Pro Loco attraversano, dal punto di vista psicologico, durante l’esercizio della loro leadership. Le Pro Loco sono gruppi in cui poco è garantito ai leader in termini di potere, l’autorità si basa solo sull’autorevolezza che ci si guadagna e che si è capaci di mantenere quotidianamente.
La Pro Loco è quindi una scuola per la formazione degli amministratori? A me sembra di sì, forse non tanto dal punto di vista tecnico e amministrativo ma rispetto all’atteggiamento che si impara a tenere quando ci si deve occupare delle questioni collettive, in particolare rispetto alla capacità di ascoltare e di lavorare alla proposta di una linea finché questa non sarà condivisa dalla comunità intera, con buona pace dei leader carismatici…