Pro Loco e turismo. Intervista a Mariangela Franch

13 febbraio 2015

Vi riproponiamo l’intervista comparsa su Centopaesi #1 2015 

 

L’opinione dell’esperto

Che cosa ha da dire la disciplina economica al sistema Pro Loco?

Intervista a Mariangela Franch

 

di Oriana Bosco

 

Le Pro Loco nel turismo? Devono rovesciare l’ottica di fare turismo inseguendo il mercato: si cerchi, invece, di comprendere quali sono realmente le proprie risorse e specificità, e si scelga su cosa puntare.

 

Non sempre quando si affronta una materia di studio si ha la possibilità di ricevere il parere diretto di un esperto.  Tanto più difficile farlo quando si parla di una materia nebulosa e poco studiata, come il mondo delle Pro Loco. Noi abbiamo avuto la fortuna di poterlo avere, questo parere.  Abbiamo infatti incontrato la prof.ssa Mariangela Franch, docente di marketing presso il Dipartimento di economia e Management dell’Università di Trento.


Il tema che ci interessa approfondire con la professoressa è il seguente: visto che nel convegno su Pro Loco e turismo si auspica che le Pro Loco sviluppino maggiormente un’ottica economica, vogliamo capire se secondo lei si può effettivamente far rientrare delle realtà come le Pro Loco all’interno degli schemi economici.  E se, come affermava Dallara nel 1995, le Pro Loco dovrebbero fare uno sforzo per avvicinarsi al mercato. Secondo lei questo progetto si può realizzare ed eventualmente in che modo?
La professoressa Franch ha fondato nel 1997 il gruppo di ricerca sul turismo E tourism, che si occupa, tra le altre cose, di management del turismo e di turismo sostenibile. Da questo osservatorio privilegiato, da quasi vent’anni monitora e propone azioni per lo sviluppo del turismo trentino: “la maggior difficoltà del turismo oggi è la messa a sistema degli attori del turismo (ApT, Consorzi turistici, operatori, associazioni che in diverso grado si inseriscono nel turismo provinciale).  “ Oggi assistiamo ancora ad un panorama frazionato, in cui manca la collaborazione, lo scambio e la messa in rete delle capacità tra i protagonisti del turismo.”


Come si collocano le Pro Loco all’interno di questo quadro? “Nel sistema turistico, alcuni soggetti si muovono in ottica di business, altri no. Le Pro Loco, non essendo per definizione business oriented rientrano in questa seconda categoria, ma questo non le esime dal tenere conto della qualità del servizio che offrono e della necessità  di avere al loro interno competenze specifiche.  Inoltre le Pro Loco non percepiscono ancora l’opportunità di fare parte del sistema turistico provinciale. Questi due aspetti dovrebbero essere i punti sui quali lavorare all’interno delle Pro Loco.” La motivazione del singolo, da sola, quindi, non basta.
Nel concreto, cosa consiglierebbe di fare alle Pro Loco per migliorare questi due aspetti?  “Le Pro Loco si possono attivare su due fronti: primo, migliorare il coordinamento di vedute al loro interno, e allo stesso tempo devono capire quali competenze hanno e svilupparle .”


Ci è ora più chiaro il fatto che, per far bene verso l’esterno, le Pro Loco devono iniziare con il lavorare su sé stesse al proprio interno.  Come fare però a sensibilizzare le Pro Loco a lavorare su se stesse  e sulle proprie competenze? Dalla sua esperienza, che la ha vista anche direttamente coinvolta come socia in Pro Loco e associazioni di volontariato, Mariangela Franch vede la strada migliore nel “far emergere le motivazioni che hanno indotto i singoli a far parte della Pro Loco, ed esplicitare anche le loro competenze,  che possono essere legate al profilo lavorativo, ad un’attitudine personale, ad una passione, e che possono venire espresse creando occasioni per la loro valorizzazione.  E’ una via che richiede tempo e che va costruita poco a poco, ma che poi dà i suoi frutti.”


Dopo aver agito a livello interno, lavorando come abbiamo detto su competenze e vision della Pro Loco, ci interessa ora chiedere alla professoressa Franch come può una Pro Loco migliorare la sua attività in ottica esterna, per il pubblico a cui si rivolge. Abbiamo infatti una cosa che blocca tutti nostri tentativi di ragionare sull’efficienza di quanto viene proposto dalle Pro Loco: sembra che il pubblico dimostri maggiore apprezzamento per il senso di appartenenza che le Pro Loco mostrano nei loro eventi, che per l’effettiva qualità degli stessi. “Questo è vero, però solo per alcuni target” sottolinea Franch, “in particolare, per i segmenti più sensibili verso il turismo sostenibile, verso gli aspetti sociali, antropologici ed umani del luogo.  A questi target interessa sentirsi inseriti nella vita di un luogo e capirne a fondo la cultura. Il grande vantaggio delle Pro Loco è quello di essere le uniche realtà capaci di rispondere a questo bisogno. Il problema è però che di frequente le   Pro Loco non sono consapevoli di quello che offrono (prodotti di nicchia) e a chi (target ristretto e specifico): la loro proposta non può andare bene per tutte le tipologie di turista.” E allora, come volgere a proprio vantaggio questa peculiarità delle Pro Loco? “Rovesciando l’ottica di fare turismo per tutti  inseguendo il mercato, puntando, invece, sulla comprensione della propria specificità e scegliendo su cosa puntare.  La Pro Loco dovrebbe definire la sua mission e, partendo da ciò che deve essere valorizzato nel territorio, offrirlo alla comunità di residenti e turisti.  Una scelta che è ovviamente connaturata con il luogo in cui la Pro Loco opera.”


Una scelta che passa anche dalla decisione di avere un ruolo sociale oltre che turistico? “Sì, la Pro Loco dovrebbe decidere di perseguirli entrambi. Un esempio può esserne l’age management: la Pro Loco potrebbe porsi l’obiettivo di come mettere le competenze degli anziani a beneficio della comunità dando voce alle capacità del singolo, ed inserendole all’interno di un disegno strategico volto ad integrarle in una offerta turistica sostenibile e aperta sia a turisti che a residenti.
Se le Pro Loco devono sviluppare meglio le proprie competenze interne e guardare alla domanda turistica, cosa ne pensa della possibilità per le Pro Loco di incorporare persone che nella loro vita lavorativa si occupano di turismo? “Sicuramente poter contare su competenze specialistiche maturate nell’ambito del settore turistico potrebbe essere un’opportunità per le Pro Loco di cambiare il loro profilo nel senso definito sopra. La compatibilità tra “specialisti” e soci volontari dipende  da un orientamento chiaro e condiviso in sede di assemblea e consiglio volto a sostenere lo sforzo verso un nuovo posizionamento delle Pro Loco.”

 

Mariangela Franch
E’ professore ordinario di Marketing presso il Dipartimento di Ecoonmia e Management dell’Università di Trento, e dal 1997 è coordinatrice del gruppo di ricerca eTourism. I suoi interessi di ricerca hanno riguardato recentemente le ricerche di mercato online, l’analisi comportamentale del processo di decisione del turista, l’impatto delle ICT sul processo decisionale degli operatori turistici, i temi del turismo sostenibile. Ha pubblicato diffusamente nell’area del marketing e del management turistico, con più di 100 tra pubblicazioni su riviste internazionali, report istituzionali, capitoli di libri e monografie. Tra i suoi interventi più significativi in ambito turistico, ricordiamo “Management per la sostenibilità dello sviluppo turistico e la competitività delle destinazioni”, ( con Umberto Martini, Editrice Il Mulino, Bologna 2013) e “La sostenibilità dello sviluppo turistico: il caso delle Dolomiti patrimonio naturale dell’Unesco” (in IMPRESA PROGETTO, 2011).

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