Seminare futuro, raccogliere comunità: una metafora per celebrare il patrimonio immateriale

19 dicembre 2023

Seminare futuro, raccogliere comunità: una metafora per celebrare il patrimonio immateriale

 

di Chiara Dallapé

 

Nel 2023 abbiamo celebrato i vent'anni dalla Convenzione UNESCO, ed oggi riconosciamo universalmente la definizione di Patrimonio Immateriale nei seguenti termini:

 

“Si intendono per “patrimonio culturale immateriale” pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”

Art.2 Convenzione di Parigi 2003

 

Questa definizione è il frutto di un processo di sviluppo, di scelte e di politiche che hanno allargato il focus della salvaguardia e della tutela, dapprima legato esclusivamente alla conservazione “materiale” ma che poi si è trasformato in salvaguardia in senso più ampio.

 

 

La Sagra del Carmen a Revò (Pro Loco di Revò)

 

 

Un po' di storia 

 

Dopo la Prima guerra mondiale inizia a formarsi l'idea di creare un movimento internazionale per la protezione di siti di importanza mondiale.

 

Nel 1972 la Convenzione di Parigi sulla tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale, si concentrava sull’identificazione, la protezione e la conservazione del patrimonio mondiale culturale e naturale. La convenzione introduceva la nozione di beni del “patrimonio culturale” e del “patrimonio naturale” che, se presentavano un “interesse eccezionale”, dovevano essere conservati come parte del patrimonio di tutta l’umanità. 

 

Ciò significava anche fornire un’assistenza tecnica e finanziaria agli Stati, riconoscendo quindi un valore intrinseco a determinate risorse.

 

E’ nel 2003 che, in occasione dei lavori della 32^Sessione, viene allargato il concetto di patrimonio anche a tutti quegli elementi descritti come “immateriali” che possiamo leggere nell’Articolo 2 sopra citato.

 La decisione di adottare la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007, segna un importante passo delle politiche internazionali verso la promozione della diversità culturale. Per la prima volta,  la comunità internazionale riconosceva l’importanza di sostenere le manifestazioni e le espressioni culturali, che prima non beneficiavano di un quadro giuridico e programmatico definito.

 

Si pose così l’attenzione sugli aspetti intangibili della cultura, al fine di promuovere la ricchezza delle diversità culturali, in qualsiasi forma ed espressione, mirando a creare uno strumento di tutela e consapevolezza destinato alle generazioni future.

 

Il rito del pino di Grauno (Pro Loco Grauno)

 

Seminare futuro, raccogliere comunità

E’ stato il  titolo scelto da Regione Lombardia al Convegno, organizzato per celebrare la ricorrenza del ventesimo anniversario della Convenzione Unesco 2003 e della Giornata del patrimonio culturale vivente, svoltosi il 9 novembre a Milano e al quale Federazione Trentina Pro Loco ha partecipato.

 

Questa metafora ci ricollega all’azione della semina, attività ancestrale che lega l’uomo allo sviluppo delle comunità stanziali dei nostri antenati, ma anche all’etimologia del termine coltivare, che significa “attendere con premura”. Il termine coltivare si può anche usare per definire un obiettivo che viene portato avanti con impegno e dedizione, assumendo quindi un ruolo attivo su ciò che accade nel presente e, di conseguenza, significa partecipare ai risultati futuri. 

 

Ascoltando gli apprendimenti e le testimonianze presentate durante questa Giornata è stato inevitabile non pensare alle Pro Loco e al ruolo che hanno e che potenzialmente potrebbero avere nelle comunità. 

 

Un principio-chiave è rappresentato dalla differenza tra il concetto di conservazione e quello di salvaguardia

Conservare è strettamente legato al passato, mira a trasmettere in modo immutabile “com’era una volta”, a rendere riproducibili i ricordi.

 

Differente invece il concetto di salvaguardia, che esprime dinamicità sia nel tempo che nelle modalità. Salvaguardare significa ripercorrere i passi di sviluppo senza "rinchiudere" in una teca l’oggetto di interesse, che continua ad essere testimonianza non solo di un passato ma anche di qualcosa in continua evoluzione.

 

Pensando agli eventi delle Pro Loco, come già abbiamo esplorato nel percorso “Alla ricerca della cultura”, spesso i contributi pubblici legati all’animazione turistica condizionano le attività che vengono proposte dalle associazioni, che spesso prediligono quei contenuti “ da vetrina” ricercati dal visitatore piuttosto che dalla comunità. 

Come dimostra lo stesso sviluppo della Convenzione UNESCO, scegliere come definire determinati patrimoni e decidere come finanziarli, incide sul loro sviluppo.

 

 

I capù (Pro Loco Praso)

 

In termini di attività Pro Loco, i contenuti che vengono rappresentati perché “si sono sempre fatti” o perché interessano al turista, vengono declinati come “tipici” e quindi rappresentati come una cerimonia immutabile per soddisfare le aspettative dello spettatore, cercando di rispettare il più fedelmente possibile la testimonianza del passato. Il che vuol dire che spesso lo spazio di espressione della comunità si restringe, poiché “restare fedeli al passato” diventa più importante che “coltivare il futuro”.

 

Ad oggi molte Pro Loco hanno però un duplice interesse: quello turistico e quello della promozione sociale.

 

Nonostante siano entrambi aspetti importanti, è fondamentale che si collabori per creare spazi di condivisione e socialità per la comunità.

Questo è fondamentale per lo sviluppo e l’integrazione culturale, poiché la cultura mette radici laddove si costruiscono relazioni tra persone.

 

Dal 2022 Federazione sta portando avanti una ricerca che pone l’interrogativo sul ruolo delle Pro Loco come soggetto di promozione della qualità della vita, che si connette fortemente a questa idea di cultura.

Il lavoro in questione mira ad approfondire come le Pro Loco vedono se stesse e come effettivamente agiscono sulle comunità, proprio per capire come inserirsi in quell’agenda politica che agisce sul benessere, con l’obiettivo di  diventare più consapevoli dei processi senza subirli: per essere buoni raccoglitori bisogna sapere cosa si ha seminato e il “raccolto” dipenderà da ciò che seminiamo adesso.

 

Fonti

Povinelli I., Dallapé C., Baratter L., Raffaetà R., Alla ricerca della cultura, I Diari delle Pro Loco N.3 Agosto 2022, Federazione Trentina delle Pro Loco: Trento.

 

https://eventi.regione.lombardia.it/it/seminare-futuro-raccogliere-comunita

 

https://unesco.cultura.gov.it/convenzione-2003/

 

https://www.unesco.it/it/

Convenzione Unesco di Parigi del 2003.

 

 


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