Il VetroCenacolo: da arte nasce arte

31 marzo 2021

L’immenso patrimonio storico artistico del nostro paese è destinato ad essere solo oggetto di ammirazione silenziosa, o può trovare una nuova concretezza nel presente? A Carisolo, un progetto unico nel suo genere ha dato nuova vita ad un affresco quattrocentesco, unendo arte e artigianato locale in una fusione davvero spettacolare.

 

Il nostro Paese possiede il più ampio patrimonio storico artistico mondiale: le opere conservate ed esposte all’interno dei musei, dei parchi archeologici, dei palazzi e delle basiliche sono valorizzate attraverso mostre, laboratori didattici e percorsi turistici. Esistono, però, anche altri modi per valorizzare un’opera d’arte appartenente alla nostra storia. Un esempio interessante lo troviamo proprio sul nostro territorio trentino, dove un affresco quattrocentesco è stato rivisitato in una chiave  moderna, dando origine ad una nuova opera d’arte, diventata celebre in tutta Europa.

 

Siamo a Carisolo, alle porte della Val di Genova: qui, sopra uno sperone roccioso da cui si domina tutta l’alta Rendena, si erge la chiesa cimiteriale di Santo Stefano, un tesoro artistico risalente al 1100. Ad attrarre sono le decorazioni pittoriche dei maestri Baschenis di Averara, eseguite tra il 1461 e il 1532. In particolare, ci soffermiamo su un affresco che si trova all’interno della chiesa e che si estende per oltre cinque metri sulla parete destra: si tratta dell'Ultima Cena, un tema molto diffuso fra Quattro e Cinquecento nelle chiese trentine proprio grazie alla produzione artistica dei Baschenis. L’affresco, pur realizzato con una prospettiva ancora rudimentale, rappresenta con spontaneità l’evento: i tredici apostoli (Mattia è il tredicesimo) siedono intorno al tavolo riservando il posto centrale a Gesù, mentre Giuda viene isolato nella parte opposta.  La mensa, ricoperta da una tovaglia immacolata, è riccamente apparecchiata con varie tipologie di vasellame e vivande dal significato allegorico: pane, vino e piatti di pesce, simboli dell’eucarestia, sono presenti in abbondanza; in una coppa dorata è servito l’agnello, allusione del sacrificio divino; infine, sul tavolo sono disposti numerosi gamberi rossi di acqua dolce che colorano il banchetto. 

 

A questa Ultima Cena è stato conferito grande rilievo grazie all’intuizione della storica dell’arte Rosa Barovier Mentasti, la quale decise di riprodurla in vetro dopo aver visitato la chiesa e i suoi preziosi affreschi. Un’idea nata in relazione alla manifestazione “Montagne di Vetro” che si tenne nel 2007 nei comuni della Val Rendena allo scopo di recuperare la memoria dell’antica attività vetraria giudicariese, molto diffusa nell’Ottocento. Per decenni, quest’arte fu praticata grazie alle cave di quarzo presenti sul territorio e alle cospicue risorse boschive necessarie per le fornaci che producevano oggetti artistici e bottiglie in grandi quantità.

 

Il progetto di questa trasfigurazione su vetro dell’Ultima Cena è stato promosso da Manuela Bonfioli, presidente della Fondazione “Maria Pernici Antica Vetreria” di Carisolo, che ha commissionato l’opera VetroCenacolo al maestro soffiatore Silvano Signoretto, uno dei più esperti maestri vetrai di Murano. Egli ha riprodotto fedelmente in vetro soffiato ogni singolo oggetto presente nell’affresco: dai pani ai pesci, dai gamberi all’agnello, dai bicchieri ai coltelli affilati, fino alle angastare, antiche bottiglie dalla forma particolare, contenenti i vini color rubino e paglierino. Gli oltre 200 pezzi sono stati allestiti poi su una lunga tavola con tovaglia bianca, che periodicamente viene esposta nella chiesa, sotto il dipinto che l’ha ispirato. Tutto è vitreo, ad eccezione dei taglieri, eseguiti in legno di larice.  E tutto appare incredibilmente reale. Un avvenimento raccontato nei Vangeli e celebrato nell'affresco quattrocentesco assume così concretezza nel presente: è forse per questo, oltre che per la bellezza estetica degli oggetti artistici, per la sua capacità di emozionare i visitatori e di entrare in contatto diretto con chi la guarda, che l’opera ha avuto subito un grande successo.

 

 

Grazie anche al prezioso sostegno della Pro Loco di Carisolo, il VetroCenacolo è stato esposto in numerose esposizioni, fra cui quella a Palazzo Bertelli a Caderzone per la rassegna “Montagne di Vetro” del 2007, quella a Milano per la mostra “Ultime ultime cene” dell’anno successivo e quella al Castello del Buonconsiglio di Trento per la mostra “L’avventura del vetro”, realizzata nel 2010. E’ proprio in questa sede che la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo vide l’opera d’arte e se ne innamorò a tal punto da richiedere di poterla esporre nel 2012 nella cattedrale Notre Dame del capoluogo alsaziano. Per tutto il periodo pasquale fu qui esposta sotto gli occhi di importanti autorità ecclesiastiche di Francia e di altri visitatori incuriositi. Interessante è il fatto che alcuni di questi turisti, dopo aver osservato il VetroCenacolo nella cattedrale francese e la relativa didascalia esplicativa, hanno deciso di apprezzare nuovamente l’opera intraprendendo un viaggio fino a Carisolo, per ammirarla nel suo contesto originario molto suggestivo.

 

Un bell’esempio di concretizzazione della mission di Manuela Bonfioli di far conoscere una realtà culturale del nostro territorio che, se non raccontata, rimarrebbe nascosta. Anche la comunità trentina sembra aver capito l’importanza dell’opera: lo dimostra il fatto che la sua esposizione nella chiesetta di Carisolo viene tuttora richiesta a gran voce. 

 

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