Smart working, un’opportunità di apprendimento

02 luglio 2020

di Sabrina Raus, in servizio civile presso la Federazione Trentina Pro Loco

 

Lavorare durante il Lockdown è stata un’esperienza del tutto nuova che ha avuto un ruolo impattante sulla quotidianità di tutti. Anche noi ragazzi in servizio civile abbiamo dovuto adeguare il nostro lavoro esplorando il mondo nuovo dello Smart working.

 

Ne abbiamo parlato con Alessio Pisoni, giovane in servizio civile presso la Federazione.

 

Ciao Alessio, dicci qualcosa del tuo lavoro in Federazione e dell’arrivo del Covid nella tua quotidianità.
Ho iniziato il servizio civile a dicembre 2019 e i compiti che ho svolto durante questi mesi sono stati principalmente archiviazione delle immagini delle varie Pro loco, per poi passare a occuparmi della Newsletter, della pubblicazione di articoli sul sito e di contenuti sui social network come Facebook e Instagram.

 

Qual è stata la sfida più grande nel lavorare da casa?
La sfida più grande del lavorare da casa è stata sicuramente la voglia di mettersi in gioco, con determinazione fino a raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato: gestire il mio operato in totale autonomia.

 

Quali sono i lati positivi e negativi di questa esperienza forzata di smart working?
Una delle cose che ho apprezzato di più è stata quella di poter vedere i colleghi se pur avvenisse solamente in modo virtuale nelle videochiamate. Inoltre sono ampiamente soddisfatto di come sono riuscito ad amministrare il mio tempo in modo indipendente. Invece una difficoltà che ho trovato a volte irritante è stata non poter fare totalmente affidamento sulla tecnologia che trovavo in ufficio, quindi come conseguenza usufruivo di una connessione ogni tanto lenta, che rallentava i ritmi e intricava le mansioni.

 

Com’è stato tornare a lavorare post-quarantena?
Tornare a lavorare post quarantena è stato particolare perché ha avuto come conseguenza la misura di diverse precauzioni a partire dall’uso della mascherina, la necessità di igienizzare spesso il luogo di lavoro, ma soprattutto il dover rispettare una distanza di sicurezza l’uno dall’altro. Per questo noi ragazzi del Servizio Civile stiamo lavorando alternando lo smart working al lavoro in presenza in ufficio.

 

Cosa porterai con te dopo questa esperienza di smart working?
In fin dei conti devo riconoscere che il periodo di lockdown non solo mi ha permesso di crescere come persona, ma mi ha anche reso più forte e consapevole di dover affrontare i problemi che la vita ci pone davanti a testa alta​.

 

Dall’esperienza di Alessio traspare come anche nelle situazioni più difficili e spiacevoli ci possa essere un aspetto positivo, quello che gli inglesi esprimono con il detto “every cloud has a silver lining“. Letteralmente “ogni nuvola ha un rivestimento d’argento”, significa che non bisogna mai perdere la speranza perché i momenti difficili portano sempre a giorni migliori, come nuvole scure che bloccano il sole.

 

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